Parco Urbano

Il nuovo Parco urbano di Cervia intitolato al maestro Giuseppe Palanti

Avviata una consultazione on line per scegliere il logo del Parco

L’amministrazione comunale ha stabilito di intitolare il nuovo Parco urbano di Cervia al maestro Giuseppe Palanti, creatore della “città giardino” di Milano Marittima   e disegnatore del primo piano regolatore con i  progetti delle prime villette sul litorale.

Inoltre si è valutato di procedere alla realizzazione di un logo specifico che identifichi il nuovo Parco, attivando una consultazione on line tra la comunità, chiamata a scegliere il logo tra due proposte individuate dall’Amministrazione Comunale, che esprimano gli ideali e i criteri che hanno portato alla fondazione di Milano Marittima sul modello delle città giardino in cui la compenetrazione tra ambiente e urbanizzazione è l’obiettivo per il migliore benessere possibile delle comunità. Il sondaggio tra la comunità durerà circa un mese. La proposta che otterrà i maggiori consensi diventerà il logo che contraddistinguerà il nuovo Parco Urbano.

Il Sindaco Massimo Medri ha dichiarato: “Come ho annunciato martedì in presenza di Licia Colò nella Rotonda Primo Maggio in occasione dell’inaugurazione di Cervia Città Giardino, avviamo questo sondaggio aperto alla cittadinanza e agli amici di Cervia per decidere insieme a tutti coloro che amano la nostra località il logo e il brand del nuovo Parco Palanti. Nei prossimi mesi verrà presentato il progetto esecutivo e poi vi sarà l’avvio dei lavori. Un progetto enorme che necessiterà di diversi anni per il suo completamento, ma che sarà per la nostra città un vero volano e renderà fruibile molte aree ad oggi non aperte al pubblico, riqualificandole. Un grande Central Park nel cuore della nostra città”.

  LE DUE PROPOSTE

 

Le schede di Giuseppe Palanti e del Parco urbano

Giuseppe Palanti

Giuseppe Palanti (Milano, 30 luglio 1881Milano, 23 aprile 1946) è stato un pittore, pubblicitario, illustratore, scenografo, figurinista e docente italiano. E’ l’artista milanese che i cervesi chiamavano e nostár pitór, questo perché spesso era a Cervia a ritrarre la bellezza di questi luoghi con tela e  ennelli. Ma Palanti è anche l’artista che ebbe l’idea di trasformare il suo mare preferito nella spiaggia dei milanesi, creando così Milano Marittima.  Nel 1912, Palanti  pensa a una spiaggia per Milano, la capitale senza mare, su quel tratto di costa da lui così amato. Pensa a Milano Marittima e la concepisce come una Città giardino, quell’innovativo concetto urbanistico, nato nell'Inghilterra del XIX secolo per opera di Ebenezer Howard, a contrastare il degrado nelle città dovuto all’opera di industrializzazione e all'aumento della popolazione. In contrapposizione, l'idea della città giardino si focalizzava su un'area urbanache mostrasse un'attenzione particolare alle esigenze primarie dell'individuo: case unifamiliari immerse nel verde collegate tra loro con servizi comuni a disposizione. Giuseppe Palanti ebbe così un ruolo decisivo nel determinare la curiosa conformazione di Milano Marittima, che occupa una ex zona di relitti marini donata dal comune di Cervia a una ditta meneghina perché la bonificasse. Gli eleganti villini, costruiti e decorati in stile Liberty, ancora oggi perfettamente conservati, tra cui anche la casa di Palanti, furono inseriti nella pineta in modo armonioso, come se facessero parte del paesaggio naturale.  Tra gli artisti più versatili della prima metà del Novecento, in lui si fondono le principali tendenze dell’epoca: dall’esito borghese dell’ultimo romanticismo, al tardo Impressionismo, a Novecento e agli anni Trenta, fino agli esiti degli anni Quaranta.  Le figure di Palanti, le sue donne ridenti colte nel pieno di una spensierata giovinezza, le nature morte carnose, i paesaggi assolati interpretano con taglio psicologico-mondano una modernità che cresce delineata in morbidi vortici di colore.  Illustratore per eleganti riviste e per i manifesti delle opere liriche (per le quali disegnò spesso anche scene e costumi), autore di disegni per oggetti d’arredo e, infine, ideatore di quel paradiso vacanziero che è stata, ed è tuttora, Milano Marittima riassume ed interpreta i miti e i sogni del primo Novecento. La modernità di Palanti era proprio in quella volontà di testimoniare la forza, la sicurezza, il gaudio di una classe media e alto borghese che il secolo nuovo coglie nel pieno del suo vigore: industriali, professionisti, signore dell’alta società che sfogliano riviste alla moda, giocano a tennis e frequentano i teatri, ridendo ad un’Italia in crescita economica, fiduciosa, che sarà piegata da due guerre ma che acquisterà proprio in quel lasso di tempo una consapevolezza destinata a durare.  Figlio di falegname, eccezionale “artista-artigiano” lui stesso, Palanti sembra così coniugare alla perfezione l’antica tradizione artistica lombarda con le esigenze di un “nuovo” che non è stato rappresentato, nell’Italia prima e dopo la I Guerra Mondiale, solamente dalle straordinarie esperienze delle Avanguardie.

 

 

Il Parco Urbano

Il progetto vincitore del Concorso Internazionale di progettazione per il nuovo parco Urbano di Cervia-Milano Marittima è stato aggiudicato nel 2021 all mandataria Alpina SPA di Milano e ai mandanti Daniele Durante_StudioBV36,  Diverserighestudio S.r.l., Agronomi Luca Fontanini, Alessandro Arnoldi, Cristina Martone, Ing. Eleonora Sablone, Arch. Mauro Panigo. L’idea alla base del progetto è quella di ristabilire il legame tra uomo e natura potenziando il rapporto tra parco e città. L’obiettivo è quello di ripristinare il sito educando la comunità alla riscoperta e alla gestione a lungo termine del paesaggio: il parco diviene scuola che insegna la storia ecologica e culturale del luogo e le integra con le esigenze moderne attraverso un piano di rinnovamento adattabile e reattivo. Il progetto fa suoi i principi contenuti nel documento della “strategia europea per i cambiamenti climatici”, realizzando uno sviluppo sostenibile verso un modello di paesaggio che cambia nel tempo. Il nuovo parco sarà un nuovo mosaico paesaggistico di ecosistemi, in cui diversificare la propria esperienza emozionale, conoscitiva, didattica e ricreativa, per migliorare la fruizione partecipata e sviluppare una maggiore comprensione dell'ecologia del sito. L’area del nuovo parco è stata classificata in diversi “Ambiti progettuali”, ognuno con specifiche caratteristiche naturali e antropiche: l’ambito 1 è costituito dall’infrastruttura ecologica che  congiunge i diversi elementi dell’area mimetizzandosi, a diverse quote, in mezzo alla natura; l'ambito 2 include tutto il sistema boschivo delle pinete, nelle quali, oltre a conseguire interventi di fortificazione arborea, si prevedono progetti per attività turistico-ricreative, naturalistiche e didattiche;  l'ambito 3 ridefinisce il margine urbano della pineta di Milano Marittima e Cervia; l'ambito 4 e l'ambito 5 riqualificano i viali di via Stazzone e via delle Aie; l'ambito 6 riguarda l'importante ecosistema del canale di Cervia, con il ripristino delle ecologie perdute; l'ambito 7 prevede la rifunzionalizzazione dei bacini d'acqua e dei magazzini comunali limitrofi; l'ambito 8 classifica e qualifica l'area agricola occidentale; l'ambito 9 introduce il paesaggio attrezzato del verde sportivo; l'ambito 10, infine, realizza il "parco della Bassona" intendendolo come un ecosistema di foreste in autogenerazione e foreste umide con stagni e bacini d’acqua permanenti. Il progetto comprende diversi percorsi educativi: il metraggio lineare di tutti i sentieri è aumentato del 64% per offrire maggiori opportunità di scoprire l'ecosistema e la varietà di scenari. Per fare un esempio, la mobilità dolce oggi è caratterizzata da una rete di piste ciclabili frammentata e discontinua: si propone di integrare la rete ciclabile che circonda il parco con quella esistente o pianificata, creando un sistema infrastrutturale interno a più livelli, che connetta i diversi elementi del parco ai principali punti di accesso.

L'architettura e la destinazione dei fabbricati esistenti. L'obiettivo del progetto architettonico consiste nel sottolineare la qualità dell’esistente e per questo per gli interventi sono previste delle regole, un semplice ma efficace codice espressivo, valido per tutte le architetture, una sorta di filo conduttore che preveda l’utilizzo, in caso di ampliamenti e sistemazioni, di strutture leggere e non impattanti. Per ciò che concerne le sistemazioni esterne degli edifici, per esempio, è stato codificato l’uso di strutture temporanee, costruite in legno, adatte alla seduta, al ristoro e al lavoro all’aria aperta dei fruitori. Per quanto riguarda gli edifici, per il rudere in via delle Aie, consolidato e ampliato secondo le specifiche regole architettoniche, si propone di destinarlo alla ristorazione, in collaborazione con il vicino Woodpecker (le due realtà possono offrire spazi dedicati all’arte, al cibo, ma  anche luoghi in cui svolgere il lavoro a distanza). Come destinazione dei fabbricati del comparto della Bassona si propone un hub scientifico-agronomico con ruolo di aggregazione e centro civico. Rappresentano il cuore della proposta, una metaforica agorà di tutto il sistema, e ospitano serre didattiche, laboratori di ricerca, spazi dedicati alla ricettività, allo slow food e un fabbricato per il ricovero dei macchinari agricoli.  La casa in via Stazzone diviene sede del “custode 3.0”, un sistema evoluto di monitoraggio del parco. L’area circostante viene allagata, conferendole un aspetto romantico ed estremamente evocativo. Il Centro congressi diventa museo della civiltà contadina ed espone attrezzi e oggetti del lavoro agricolo. Nell’attuale volume di accesso sono dislocati laboratori didattici, caffetteria, bookshop, biglietteria e aule multimediali, mentre il vano principale ospita uno spazio dedicato all’esposizione e uno alla collezione. Nell’ex-magazzino comunale vengono proposte una piscina con due vasche corte e un ristorante panoramico. L’ex vivaio comunale dovrebbe diventare l'Info Center del Parco.

Aspetti botanici ed agronomici. Potenziamento della complessità ecologica e attenzione alle tematiche legate ai cambiamenti climatici: questi gli obiettivi del progetto, che intende moltiplicare i livelli di biodiversità, potenziare gli habitat per incrementare la gamma di servizi eco-sistemici come l’assorbimento del carbonio, valorizzare il paesaggio e l’offerta ecologica per la fauna acquatica e terricola e, non da ultimo, contrastare gli effetti locali dei cambiamenti climatici in corso. Si interverrà su terreni a vocazione agricola, attualmente privi di copertura forestale, costituendo delle macchie di pineta strutturata e stabile. Si provvederà al recupero e al potenziamento della vegetazione delle dune e al mantenimento di parte di queste aree, che costituiscono habitat molto importanti. Inoltre verranno notevolmente implementate le aree umide, parte fondamentale per mantenere e potenziare la biodiversità. L’idea è quella di proporre un concetto di bosco multifunzionale: a vocazione produttiva (legno, asparagi, pinoli, funghi), idrogeologica (copertura arborea continua e stratificata), naturalistica (alto contenuto di biodiversità), ricreativa e paesaggistica.

 

 

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