Incontro Xylosandrus compactus: un problema per le piante ornamentali

Si è recentemente tenuto un incontro nel quale i tecnici del Servizio Fitosanitario Regionale hanno illustrato la biologia, la diffusione e lo stato di conoscenza attuale di un nuovo insetto, Xylosandrus compactus, comparso nell’estate 2018 nei comuni di Ravenna e Cervia a carico in particolare di siepi di alloro.

La specie è stata segnalata per la prima volta in Italia dal Servizio fitosanitario della Campania nel 2011, in fase di espansione in Toscana (molti Comuni hanno emesso ordinanze sindacali fin dal 2013) e ora presente anche in Romagna, specie nella fascia litoranea del ravennate.

Si tratta di un insetto scolitide tendenzialmente polifago che provoca diffusi disseccamenti a carico degli apici vegetativi, entrando con piccoli fori di ingresso (1 – 2 mm di diametro) nei fusti e diffondendosi attraverso gallerie di piccolo diametro all’interno dei tessuti legnosi. 

Particolare di apice vegetativo di alloro seccato e particolare della sezione del ramo con evidenza delle gallerie scavate

Oltre all’alloro può colpire anche altre specie quali leccio, magnolia, corniolo, tiglio, ecc.

Al momento non esiste alcun prodotto registrato per la lotta chimica all’insetto patogeno.

A livello operativo il consiglio tecnico è di monitorare e procedere con il taglio dei rami secchi fino alla parte ancora in vegetazione per almeno 20 – 30 cm al di sotto della parte disseccata, con distruzione del materiale per evitarne la diffusione. 

Qualora i manutentori che operano nel territorio del Comune di Cervia riscontrino la presenza del patogeno possono rivolgersi per ulteriori indicazioni al Servizio Fitosanitario Regionale, sede di Ravenna via Pirano, 11  tel 0544 421523 fax: 0544 590285 e-mail: fitosanravenna@regione.emilia-romagna.it

Per ulteriori informazioni è a disposizione anche il Servizio Verde con sede presso il Magazzino comunale Via Galeno, 1 Cervia (zona terme) Tel. 0544.979-106-107-109-110 - E-mail: serv-verdepinete@comunecervia.it

 

 

SCHEDA TECNICA 

Al genere Xylosandrus appartengono 52 specie, diffuse nelle aree tropicali di tutto il mondo. In Europa e in Italia sono segnalate 4 specie, tutte di recente introduzione.

Nel Lazio, in modo particolare, sono attenzionate lo Xylosandrus compactus e lo Xylosandrus crassiusculus rinvenute rispettivamente nel 2012 e nel 2013 in aree urbane su piante piantumate a scopo ornamentale.

Di recente le due specie di scolitidi sono state segnalate e rinvenute in aree boschive. Destano preoccupazione per un loro probabile acclimatamento favorito dalle ormai note mutazioni climatiche e soprattutto per la loro spiccata polifagia che non esclude la possibilità di attacchi su piante non ancora segnalate.

Vive a spese di molte specie di piante legnose di interesse forestale, agrario e ornamentale (oltre 200 specie segnalate). Fra le piante segnalate come suscettibili di attacco da parte dello xilofago, sono citate specie appartenenti ai generi Acacia, Acer, Celtis, Comus, Eucalyptus, Malus, Ostrya, Platanus, ecc. Nel nostro paese la specie è stata osservata anche su Laurus nobilis, Quercus ilex, Pistacia lentiscus, Arbutus unedo, Juniperus spp e Phyllirea spp.

E’ opportuno considerare che per le specie in oggetto, il numero di generazioni annue e l'aggressività nei confronti delle piante ospiti potranno aumentare a seguito dei cambiamenti climatici in atto che, nel nostro territorio, si manifestano con inverni sempre più miti ed estati spesso siccitose che possono contribuire a debilitare le piante rendendole più suscettibili agli attacchi.

Gli attacchi dell'insetto interessano di norma i rametti di diametro compreso tra 3mm e 1 cm. Studi recenti hanno rilevato che a seguito dell'attacco dello scolitide si verificano disseccamenti di rametti apicali dai quali sono stati isolati funghi saprofiti e fitopatogeni, fra i quali si ricorda Fusarium so/ani.

I danni alla pianta ospite sono causati oltre che dalla trasmissione degli organismi fitopatogeni citati, anche dai danni meccanici derivanti dall'attività di scavo della femmina.

L'attività di scavo è generalmente visibile all'esterno a causa dell'emissione di rosura dal foro di entrata.

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