Scomparso Enzo Penso, storico personaggio della marineria cervese.

Biografia di Enzo Penso

Enzo Penso detto "Canavìn" è stato l'ultimo rappresentante di una storica generazione di. Nato il 7 dicembre del 1943 a Cervia, dove all'età di 12 anni iniziò  la lunga carriera di pescatore sulla barca del babbo. Enzo fece pratica sul lancione di famiglia, poi fu la volta di un tredici metri acquistato a Cattolica, la “Giuseppe Rosa”. L'apice della sua attività lo raggiunse con il "Canavìn'', la barca che portava il suo soprannome, condotta insieme al fratello. Dal 1995 fino al 2014 pescò a bordo del "Canavin", che divenne un simbolo della marineria, tanto da essere utilizzata come “galeone” per lo Sposalizio del mare. Il funerale si svolgerà oggi alle 15.30 in forma civile. Il corteo farà una sosta in piazza Garibaldi dove parleranno l'ex sindaco di Cervia Massimo Medri, amico fraterno di Enzo e il sindaco Luca Coffari. Poi proseguirà  lungo tutto il  Borgomarina  fino al mercatino dei pescatori,  con  il saluto delle imbarcazioni storiche.

 

 

Intervento del Sindaco Luca Coffari per la scomparsa di Enzo Penso

31 luglio 2017 

A Cervia è sempre esistito un luogo reale, ma che vive anche nell'immaginario dei cervesi come luogo depositario del sapere e della cultura della vita del mare: "e' Borg Marena". 

Il Borgomarina, dove i volti segnati dal sole e dal vento, le reti tessute a maglie diverse, i fatti e le leggende dei pescatori, i loro canti, rievocano la storia di una città, quando ancora non era un polo di turismo internazionale e la sua economia di costa era basata sul sale e sul mare. 

Questo era il luogo di Enzo, una delle figure che hanno caratterizzato la storia della marineria della nostra città. 

Quando percorrevi il Borgo Marina la sua presenza la sentivi ovunque, anche se magari in quel momento non era presente. 

Un uomo schietto, sincero, che ti diceva le cose in faccia senza giri di parole, per questo all'apparenza a volte un po' rude, come tutti i pescatori, ma generoso e di animo nobile come coloro che amano il mare. 

Il suo volto abbronzato, la sua figura asciutta, la sua determinazione ricordavano quei personaggi dei grandi romanzi di Melville e di Hemingway, dell’epica del mare, simbolo del confronto e dell’eterna sfida con la natura e le acque, dove “L'uomo può essere ucciso, ma non sconfitto” come diceva il vecchio pescatore Santiago ne “Il Vecchio e il mare”.

Ed Enzo era nel profondo un uomo di mare e chi lo conosceva restava ammaliato dai suoi racconti e dalle sua storie, che avevano il ritmo della musica dell’onda, il fascino delle vele colorate, la potenza dei lampi e dei tuoni nel mare minaccioso, delle emozioni delle scorribande con Malo. 

Parlare con lui era ogni volta un viaggio nella memoria del mare di Cervia, un percorso alla scoperta del vecchio borgo dei pescatori e del nuovo mondo della marineria, dove il presente si fonde col passato e la storia di oggi sente il richiamo del tempo antico, proprio come la nuova onda si accavalla alla precedente, generando un nuovo mare.

Ci accompagnerà per sempre la sua voce pronta a raccontare un’altra avventura, così come ogni ruga del suo viso, un sorriso dedicato ai sui amori Clara e Roberta e al mondo che amava. 

Caro Enzo, ti salutiamo con queste parole di Fabrizio De Andrè: “I pescatori, che hanno la faccia solcata da rughe che sembrano sorrisi e, qualsiasi cosa tu gli confidi, l'hanno già saputa dal mare.” 

Buon vento e buona pesca, ciao “Canavìn”!

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