Intitolata a Maria Goia la Biblioteca Comunale

 

 

“Maria Goia – dichiara il sindaco Roberto Zoffoli - è uno dei più grandi personaggi di Cervia, una donna che dedicò la vita alla lotta contro le ingiustizie sociali, contro lo sfruttamento, contro la povertà, contro la guerra. Inoltre diede vita a Cervia alla prima biblioteca popolare circolante aperta a tutti, considerandola uno strumento fondamentale per favorire l’accesso all’istruzione dei ceti popolari. Le biblioteche circolanti popolari hanno creato in Italia l’humus per la diffusione delle prime biblioteche pubbliche locali, come è quella di Cervia. Se Cervia oggi ha una Biblioteca di tutti e per tutti lo si deve anche all’iniziativa della Goia, basata sulla convinzione – da noi tuttora condivisa – che istruzione ed educazione sono alla base dei diritti di cittadinanza. Per questi motivi abbiamo accolto con favore la proposta di intitolare la nostra Biblioteca all’illustre donna cervese”.

“La Biblioteca comunale – aggiunge l’assessore alla Cultura Alberto Donati  - non aveva ancora un nome con cui identificarla ed era opportuno darle una denominazione dopo il trasferimento, avvenuto nel 2004, dalla Torre San Michele con cui è stata identificata finora. Maria Goia è il personaggio cervese più appropriato per dare il nome alla nostra Biblioteca”.

L’idea della dedica è maturata all’interno della Biblioteca anche alla luce della documentazione emersa nella pubblicazione delle ricerche di  Ornella Domenicali su Maria Goia. La proposta è poi stata presentata alla Commissione Toponomastica del Comune da due suoi componenti, la dott.ssa Cristina Poni, archivista dell’Archivio storico comunale, e lo storico dottor Giampietro Lippi.

Nata a Cervia, Maria Goia (alla quale è già intitolata una via cittadina) è stata un personaggio di rilevanza nazionale, protagonista delle vicende politiche e sociali del primo Novecento e operò per la nascita di organismi sindacali e cooperativi, fu dirigente nazionale del Psi e per questo perseguitata dal regime fascista. Amore per il popolo e fede socialista furono trasmessi alla Goia da quel padre che, il giorno dell’elezione di Andrea Costa in Parlamento (primo socialista dall’Unità d’Italia), iniziò a credere che qualcosa per il popolo poteva cambiare. “Mio padre, salinaro e socialista, e mia madre, lavandaia, – scrisse la Goia – in quel momento decisero di farmi studiare, sacrificando il mio aiuto in casa nonostante tre figli più piccoli”. E dopo tanti anni di lotte, intrisi di conquiste e dolori, compreso il confino in Toscana a Cervia Maria Goia tornò per morire, minata dalla malattia, pochi mesi dopo l’assassinio di Matteotti.

 

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