La legalità in scena al Teatro Walter Chiari di Cervia

Il 2 Aprile alle ore 10.30 presso il teatro comunale di Cervia "Walter Chiari", nell'ambito dell’attività di “Sicuramente Cervia “, il Comune di Cervia attraverso la Polizia Locale, anche quest'anno in collaborazione con Libera (Associazioni, nomi e numeri contro le Mafie), la biblioteca Comunale di Cervia con le classi medie degli gli istituti scolastici di Cervia ha organizzato, per le scuole lo spettacolo conclusivo del laboratorio teatrale “Shakespeare si scrive con il h?”.

Dopo un percorso scolastico iniziato a settembre con il progetto “Obiettivo Legalità" che ha coinvolto sia le scuole elementari e medie e ha portato i ragazzi di Cervia a manifestare a Ravenna il 21 marzo 2019, alla Giornata della memoria e dell'impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie, XXIV edizione con la presenza di più di 6000 persone..
 
Ragazzi e ragazze, tra i 14 e i 20 anni del  Liceo Classico D. Alighieri, Liceo artistico Severini, Istituto arti e mestieri Pescarini di Ravenna hanno affrontato l’attualità della mafia, rendendola materia teatrale, sia nel lavoro di scrittura sia nella scena, hanno stretto un sodalizio e si sono ritrovati tutti sullo stesso rivale del fiume: da un lato la mafia, dall'altro l'antimafia.

Il laboratorio è stato coordinato dall’Associazione Lady Godiva Teatro, con la regia e drammaturgia dello spettacolo a cura di Eugenio Sideri e Carlo Garavini.

La partenza è stata lo Shakespeariano Macbeth e  così, Shakespeare li aiuta ad aprire gli occhi ai ragazzi.

Perché Macbeth vuole diventare re? Una volta che è re, a cosa gli serve esserlo? In fondo, gli dico, da quando diventa re i suoi problemi (pericoli, nemici, insidie) aumentano. E allora perché questo inseguimento sanguinario e affannoso della corona?

C’era una volta un capo-mafia che aveva trascorso più di dieci anni chiuso in una micro-stanza ricavata dal forno di una pizzeria. Una micro-stanza, in cui non poteva nemmeno stare in piedi. Quando lo hanno trovato, lì nascosto in clandestinità, dopo oltre dieci anni, nel nascondiglio aveva un game-boy e alcune riviste pornografiche. Da lì, per oltre dieci anni, aveva governato i traffici internazionali della droga, dalla Colombia all’Italia e poi all’interno dell’Italia. Da lì, da qual bugigattolo, aveva comandato la morte di alcuni nemici, il pagamento del pizzo di altri, aveva fatto inviare le mazzette a certi politici. Da lì, da quel bugigattolo, gestiva il suo potere. Non è che se ne andasse in vacanza alle Maldive, che girasse su una Ferrari, che fosse circondato da splendide ragazze? No, niente di tutto questo. Se ne stava rattrappito con un Nintendo. Per dieci anni.

E allora cosa gli serviva essere un boss? A cosa gli serviva avere il potere? Come a Macbeth: a cosa gli serve essere re?

La risposta arriva: Per il potere.

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